lunedì 11 giugno 2012

Cos'è bene? Cos'è male?

Questa è una storia antica. 
E, come tutte le storie comincia con c'era una volta...
C'era una volta in Cina un povero contadino. Anzi, un poverissimo contadino con una moglie e un unico figlio.
La sola cosa che questa famiglia possedeva veramente era una bella puledra, che stava in un recinto dietro casa.
Una notte in cui infuriava una fortissima tempesta, la cavalla, spaventata, saltò lo steccato del recinto e scappò.

La mattina dopo, saputa la notizia tutto il villaggio andò a trovare il povero contadino, pensando di trovarlo affranto. Tra lo stupore generale, il contadino esclamò:
 "Chi può dire che sia una sfortuna?"

Tempo dopo, la cavalla tornò al suo recinto, ma non da sola: era accompagnata da un bellissimo puledrino.
Tutto il paese venne allora a congratularsi con il fattore, ma ancora una volta egli li lasciò di stucco, perché affermò:

"Chi può dire che sia una fortuna?"

Passarono i giorni, e il puledro divenne un bellissimo cavallo. Il figlio del fattore, vedendolo così superbo, decise di domarlo e gli saltò in groppa. Lo stallone si imbizzarrì con foga, e tanto scalciò e si agitò che il ragazzo cadde rovinosamente a terra, rompendosi in malo modo una gamba e rimanendo zoppo per sempre.
Ovviamente, i paesani, si recarono a presentare la loro vicinanza al contadino, ma di nuovo egli li stupì, e disse:

"Chi può dire che sia una sfortuna?"

Passò del tempo, e il paese entrò in guerra. Il principe mandò i suoi messi a cercare i giovani della nazione, per mandarli al fronte. Tutti i ragazzi del paese furono reclutati, ad eccezione del figlio del povero contadino, perché, in quanto zoppo, non poteva certo combattere.....



Spesso e volentieri consideriamo quello che ci accade solamente dal nostro punto di vista personale ed egocentrico.
Sembra quasi che tutto l'universo graviti intorno a noi e alle nostre esigenze.

In questa ottica, qualsiasi cosa ci appare bene o male solo in relazione alle nostre aspettative e a quello che crediamo sia bene o male per noi.

Questo modo di interpretare quanto ci accade è limitato non solo nello spazio ma anche nel tempo.
Chi ci dice, infatti, che quello che oggi consideriamo una gran fortuna non si riveli un domani una gran sfortuna, e viceversa?
Oltretutto, quello che noi oggi consideriamo bene, condizionati come siamo dalla cultura che ci circonda, potrebbe essere considerato altrimenti da un'altra cultura o in un altro tempo.

Siamo decisamente troppo legati ai nostri limiti, ad un orizzonte limitato.

E forse faremmo bene non guardare troppo in là, lasciando al destino tutto il tempo che vuole per svelarsi a pieno. Senza esprimere un giudizio.
Perché, alla fin fine, non siamo proprio in grado di giudicare in maniera sensata.... :)

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