domenica 1 maggio 2011

L'armonia nel caos

Anni fa, mentre ero nel giardino di casa di una persona cara, sono stato colpito come da un fulmine.
La casa confinava con un bosco incolto e tremendamente caotico, pieno di rovi e di piante intrecciate tra loro.
Accanto a questo apparente caos, il giardino di questa persona sembrava essere piombato da un pianeta alieno.
Ogni cosa, pianta o oggetto che fosse, pareva star lì dov'era come se necessariamente dovesse starci.
L'apparente stridore era fortissimo. Poi, accadde......



Stavo osservando una pianta che era stata potata. Era appena arrivata la primavera, e dai pochi rami che erano rimasti dopo la potatura spuntavano dei rametti nuovi, ognuno ricco di gemme.
Guardandoli bene, mi accorsi che ogni nuovo rametto era disposto in un'ordine che aveva dell'incredibile: dal ramo più grande i rametti si distribuivano a due a due accoppiati, l'un l'altro esattamente sul lato opposto mentre, opportunamente e regolarmente distanziati a qualche centimetro stavano i "colleghi", sempre accoppiati ma disposti a 90° rispetto ai due immediatamente sotto e ai due subito sopra. L'ordine era praticamente perfetto, e mi stupì.
Ero certo che ci fosse una norma nella natura, ma non ero mai riuscito a vederla. E, invece, eccola lì.... 

Ancora più meraviglia mi fecero le domande che mi spuntarono in testa subito dopo: come mai l'ordine si era manifestato in quel punto con tale evidenza? Ero in grado di estendere le considerazioni che potevo fare a tutto il resto del bosco? E, se c'è una norma, cosa muta tutto in caos?
Belle domande, non vi pare?


Cominciamo con ordine (ovviamente):  Come mai le leggi della natura si erano manifestate in quel punto con tale evidenza?
Le leggi naturali non hanno interruttori, non possiamo accenderle o spegnerle quando ci pare: funzionano sempre. Quindi, anche in quel caso dovevano essersi esplicate in come al solito. Ma, allora, come mai si riusciva a distinguere la norma, perché non dominava il caos?

Nel caso specifico, la pianta era lontana dalle altre e dalla casa, quindi i raggi del Sole la raggiungevano in modo ideale.
Non solo, i rami rimasti dalla potatura erano disposti in modo tale da non farsi ombra l'un l'altro.
In pratica, s'era involontariamente creato l'equivalente di un'esperimento di laboratorio; ovvero si era ricreata una condizione ideale, priva dei disturbi che avrebbero potuto creare confusione.
Qual'era, dunque, la norma che regolava la crescita dei rami sulla pianta? Facile: i rami non debbono bloccare l'un l'altro la luce che arriva. 
In quale modo la pianta aveva codificato nel suo DNA questa regola?
I nuovi rametti debbono crescere sui lati opposti del ramo principale, debbono essere sufficientemente distanziati da quelli immediatamente sotto o sopra, ed è meglio che si dispongano a 90° rispetto a questi ultimi, in maniera tale che corrano minori rischi di infastidirsi l'un l'altro.
Voi avreste saputo fare di meglio?
Ecco che mi si spalancavano gli occhi: in quella pianta vedevo figure geometriche riconoscibili, la matematica dei frattali e le leggi di Darwin. Tutto lì, davanti ai miei occhi....

Seconda domanda: Ero in grado di estendere le considerazioni che potevo fare a tutto il resto del bosco?
Beh, mi sembra ovvio che a tutte le piante interessi avere la porzione di luce maggiore possibile, in modo tale da assicurarsi le migliori chances di sopravvivenza. Proprio per questo, ognuna di loro deve aver adottato una strategia propria per disporre le foglie, in modo tale da ottimizzare la luce percepita.
Questo, però, mi portava a presupporre un'estremo ordine nella boscaglia. Ma non c'era.....

E qui, si arriva alla terza e ultima domanda: Se c'è una norma, cosa muta tutto in caos?
Se un'ordine c'era, com'è che non l'avevo mai visto prima? Cosa me lo nascondeva tutt'ora?
Riflettendoci bene, era ovvio: ogni pianta si batteva singolarmente per la sua fetta di sole, inoltre ogni specie aveva creato un suo proprio ordine, badando però di non creare schemi facilmente prevedibili e neutralizzabili dalle altre. Alla fine, anche in questo apparente caos intravedevo l'armonia creata la matematica dei frattali e le leggi di Darwin.

Cosa, quindi, trasforma tutta l'armonia delle norme in un caos? 
Il numero!!!
Quante più cose ci sono nella natura, tante più combinazioni si potranno creare, e tanto meno ci riuscirà di intravedere l'armonia che c'è in tutto questo. La realtà, quindi, ci resta velata se non riusciamo a semplificarla riducendo il più possibile il numero di interazioni tra gli oggetti.

Tanto per capirci, facciamo un'esempio: oggi è la festa del primo maggio, e di solito ci sono bande che suonano nelle piazze. Ogni banda suona una musica diversa, e ogni musica ha la sua armonia.
Supponiamo, però, che le bande si riuniscano tutte nella stessa piazza, continuando a suonare pezzi diversi: quello che percepiremmo non ci parrebbe un caos?
Eppure, è un'insieme di armonie......

Avevano ragione i cinesi:
ciò che complica il mondo e la vita sono le 10mila cose.....


14 commenti:

  1. No, Enzo. Grande la Natura....
    Il resto viene da se'... Il resto è Amore....

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  2. il caos è la distruzione dell'ordine, la mancanza di caos la noia e l'inedia. La vita deve stare in bilico. Ne parlava molto bene Crichton nel suo "Jurassic park" e nel seguito (non nei film che puntano solo agli effetti speciali). Lo stimolo e l'azione avvengono nelle zone di confine del caos, dove il rischio e continuo e devi sempre stare all'erta per sopravvivere. Ovviamente, questo concetto si ricollega alla fine dell'impero romano e al movimento turbolento degli asteroidi vicini alle risonanze. Alcuni lo chiamano caos stabile o stabilità caotica, ma il succo è lo stesso...
    tanto per parlare...

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  3. ah dimenticavo...
    casa mia è molto simile a quanto racconti tu... un bosco incolto vicino al giardino che cerchiamo di tenere in ordine (età permettendo). Forse mia moglie ed io riusciamo ad apprezzare ogni piccolo gesto della Natura e cercare di leggerlo a fondo proprio perchè stiamo ai bordi del caos? Ogni tanto dal caos esce l'ordine assoluto: un coniglio, un riccio, una biscia, una volta addirittura un capriolo. Grumi di ordine che si formano nel caos? Minimi di entropia? bosoni di Higgs? Ha poca importanza, in fondo. l'importante è trarne piacere etico ed estetico. Lo vedrai quando verrete a trovarmi.... A presto!

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  4. @Enzo: Ho sempre pensato che il caos fosse creativo, mentre l'ordine distruttivo. Nel caos capitano accostamenti di cose che MAI avresti pensato si potessero accomunare.
    Dal caos arrivano le idee migliori.
    Hai mai notato come, dopo una notte piena di sogni (cosa di più caotico?), le idee siano fresche e nuove? Il trillo del diavolo di Tartini mi sembra sia nato dopo un sogno....
    Anche l'amore è caos, tumulto di sentimenti e estasi...
    Il caos ti costringe a crescere, ad evolvere.
    Cos'è l'evoluzione e la vita, se non un tentativo di emergere dal caos?
    Il caos è la nostra destinazione finale: come ben sai, l'entropia dell'universo è in costante e inesorabile aumento...
    Continuo poi, ora ho fretta...

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  5. Continuo....
    Ogni cosa buona nasce dalla sofferenza e dallo sforzo che facciamo per adattarci, e la sofferenza che altro è se non il ritorno del caos nell'ordine?
    "Caos stabile" o "stabilità caotica"?
    Bello come concetto!!
    A me ricorda la chimica, con il suo "equilibrio dinamico": un concetto che mette in contatto ordine e disordine (positivo e negativo).

    Non vedo l'ora di vedere il tuo giardino.
    Si, forse voi riuscite a godere della natura perché ogni giorno avete di fronte il caos e l'ordine, che si combattono come i poli delle batterie. E che altro sono gli animali che vedete, se non le scintille che scoccano tra i poli?....
    Però, credo che c'entri anche il tuo atteggiamento contagioso da scienziato vero; che è un misto di curiosità, meraviglia, amore e attenzione. Come si fa a scoprire una cosa se non la si cerca? Come si fa ad accorgersi di una cosa, se non si è presenti?
    Comunque, perché chiamare con un nome le cose?
    Riccio, biscia, capriolo...
    L'essenza delle cose è intrasmissibile con le parole (o con altro). E' solo lì da contemplare...
    Ciao!!!

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  6. forse il caos è l'unico modo per creare evoluzione, sia fisica che di pensiero. Per rimanere in un contesto astronomico... solo un'orbita caotica può produrre oggetti che impattino i pianeti e generino cambiamenti drastici, altrimenti improponibili. Se la vita della Terra non avesse avuto eventi legati al caos non si sarebbe evoluta. Lo stesso si può dire nei fenomeni atmosferici e non facciamoci influenzare da "buoni" o "cattivi", la Natura non conosce questa differenza. Idem per i terremoti e per gli oggetti lontani. Catalizzatori di un'evoluzione altrimenti troppo lunga e monotona? Questi piccoli mulinelli in una corrente continua che va verso la massima entropia generano le novità, gli stimoli, le eplosioni, le rivoluzioni. Caos è tutto ciò che non è prevedibile, ma che può essere studiato solo con le probabilità. Chissà che nei sogni non si metta in azione una visione diversa del flusso del tempo. Un'inversione della freccia dove dal caos si possa tornare all'ordine e non solo il viceversa. Questo è uno dei grandi dilemmi, in fondo: se sciogliamo lo zucchero nel latte caldo non potremo mai tornare al cucchiaino di zucchero originario. Eppure è proprio dal caos che nascono guizzi di ordine. Come può essere? Assomiglia alla scimmia davanti alla tela, che prima o poi dipingerà la Gioconda. Forse tutta la fisica è caos che casualmente crea ordine. Anzi, lo è sicuramente. Ma quali probabilità ha in effetti di ottenere ciò? Al punto che si riescono a scrivere delle leggi applicabili normalmente. Un universo dominato dal caos che produce senza alcuna legge e casualmente momenti di ordine che però possono essere spiegati con leggi immutabili. Ma allora non è caos... Oddio, mi gira la testa...
    ciao carissimo...

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  7. tra parentesi... c'è una biscia molto "ordinata" che ha fatto dei piccoli (anche loro molto ordinati). Tuttavia, si stanno un po' allargando e non vorrei che venissero a "ordinarmi" anche dentro casa.... Il mio gatto fa finta di non vederle. Questo è un problema nell'avere il caos troppo vicino.... eh eh eh...

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  8. Caro Enzo,
    Ti sei accorto di una cosa?
    Terremoti, asteroidi, eventi atmosferici, imprevedibilità, sonno e sogni....
    Non sono tutti legati da un'unico fil rouge che si chiama MORTE?
    E cos'è la morte,se non il caos ultimo e finale?
    Parrà assurdo, ma tutti i nostri sforzi sono dedicati ad evitare la morte, come anche tutta l'evoluzione naturale.
    Anche la nostra crescita personale e spirituale è dedicata e nasce per evitare questo caos finale.
    Chi vive indifferente al caos, diventa inerte e indifferente a tutto... In buona sostanza, è come se fosse già morto......
    Sta a vedere che, alla fine, dobbiamo ringraziare la nera signora, per la consapevolezza e la paura che ci lascia....
    Comunque, la contraddizione tra caos è ordine è solo apparente: se il caos è la realizzazione di tutte le probabilità, allora tra le varie probabilità c'è anche l'ordine casuale.
    Alla fine, anche l'ordine rientra nel caos.
    E se ci pensi bene, il caos visto come realizzazione di tutte le probabilità, non ci rimanda forse alla meccanica quantistica? Chissà....

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  9. quanto si potrebbe discutere... sicuramente sono d'accordo con te quando parli di meccanica quantistica. E' forse proprio lei il caos ordinato...

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  10. mmm... sulla morte ho qualche dubbio...

    le stelle tendono a morire senza opporre resistenza forse perchè sanno benissimo che solo dopo la fine si tornerà al caos me anche che solo da quello nasceranno nuove vite (innescate nuovamente da fenomeni quasi casuali (o causali??): le supernove). I grandi disastri hanno allora anche il significato di VITA. Sarebbe tutto facile a questo punto, peccato però che io non sono un credente "normale", ma molto particolare... ne parleremo!

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  11. Enzo, pensaci bene...
    Prima di morire, le stelle attraversano diverse fasi, e sono tutte volte ad impedire o rallentare la fine.
    Le più piccole, finiscono col diventare nane bianche, e prima di spegnersi del tutto, possono passare anche miliardi di anni.
    Le più grandi, per resistere alla morte, tentano di convertire elementi via via più pesanti... Resistono fino all'ultimo, prima di esplodere... Ed EVOLVONO!!!!
    E con la loro evoluzione, seminano la vita nel cosmo....
    Forse, la freccia del tempo ha un significato che va oltre la fisica....
    Metafisico, appunto!!
    Anch'io sono un credente anomalo. Visto che non posso essere certo dell'esistenza di Dio, mi do la possibilità di credere.... In fondo, FEDE non vuol mica dire CERTEZZA....

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  12. WoooW Che discorsi impegnativi! Si potrebbe stare una notte Intera sotto il cielo stellato a parlarne... Dovremmo proprio organizzare!

    Buona notte ragazzi, sempre un piacere leggervi!

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  13. La morte é un concetto che mi incuriosisce parecchio.
    La cosa più singolare, almeno secondo me, é che la "vita" o meglio, lo scorrere nel nostro tempo, é programmato per culminare nella morte. Nulla é fatto per essere eterno, almeno così pare, noi(e tutto quello che ci circonda) abbiamo una "forma" un nostro "spazio", che DEVE mutare, evolversi, cambiare e ricombinarsi per permettere al ciclo di continuare e di trovare nuove forme. Trovo affascinante l'idea che nulla sparisce, cambia solo la sua "forma". La costante é che il tutto deve essere in un qualche modo sempre presente. Cosa ci vieta allora di supporre che la tanto temuta morte non sia altro che l'ennesimo cambiamento evolutivo che porta il nostro essere, il nostro io concettuale, a un nuovo "spazio" una nuova "forma". Forse é tutta una questione legata all'arricchimento della nostra coscienza, del nostro capire e concepire noi stessi e il resto di noi stessi che ci circonda. La fede probabilmente é nata proprio in risposta a quesiti come questo. Ci sono alcune religioni che sostengono che ognuno porti in se un "pezzo" di Dio, io personalmente questo Dio lo chiamo vita. Grazie per la lettura e scusate se sono stato lungo.

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